venerdì 18 giugno 2010

Una vita spericolata. A L'Aquila non più scriteriata, insensata, sconsiderata.



Ognuno a rincorrere i suoi guai.Ognuno con il suo viaggio. Ognuno diverso. E ognuno in fondo perso. Dentro i cazzi suoi.

Per quanto vorrei una vita maleducata, una vita che se ne frega, di quelle che non dormo mai?

Chiederselo, prima, stando nelle tendopoli o negli alberghi sulla costa, all’esterno della città, della Provincia e della Regione. Domandarselo, tuttora. In 25.664, stando in autonoma sistemazione. In 3.484, rimanendo in strutture ricettive: - 2.081 in provincia de L’Aquila; - 925 in quella di Pescara; in 86 nell’intorno di Chieti; - in 359 nel land di Teramo; - in 33 fuori Regione. Richiederselo in 614, “trattenuti” in strutture di permanenza temporanea: - in 501 nella Caserma della Guardia di Finanza; - in 113 nella Caserma Campomizzi. Interrogarsi in 18.647 permanendo in case antisismiche od in affitto: - in 14.483 nelle case costruite dal Dipartimento della Protezione Civile nei 19 C.A.S.E., dispersi in aree inedificate, anche protette o con altra destinazione urbanistica; - in 2.092 nei Moduli Abitativi Provvisori (o casette di legno) donate od, alla fin fine, accettate da Bertolaso anche nel comune de L’Aquila e nelle sue frazioni; - in 1.072 nelle abitazioni con pigione concordata. Tutto verificabile a questa fonte.

Esigere una risposta quando la propria casa è ancora inagibile perché diroccata dal sisma e dall’abbandono alle intemperie. Oppure, quando non può ancora essere riparata per il fatto che non so: burocrazia, normativa, politica economica, sfiga perenne. Se fortunatamente sono in grado di lavorare. Se in pensione. Se disoccupato. Se giovane: non a bere del whisky al Roxy Bar, ma all’Aquilone. Dacché: O forse non ci incontreremo mai. Se non alle “carriolate” domenicali, per rimuovere le macerie dalla “zona rossa”. Vedendo la propria vita non come quelle dei film, ma a mo’ di quella del … “Draquila-L’Italia che trema”. Senza alcuna prospettiva.

Denunciati, irrisi, divisi. Dalla Digos. In molti TG. Dal governo. Un’altra volta: I cittadini abruzzesi non dovranno restituire le tasse, i cui versamenti erano stati sospesi, a partire dal 1° luglio: un emendamento alla manovra economica, infatti, consentirà di sospendere il pagamento, per le popolazioni colpite dal terremoto, fino alla fine dell'anno. Allora, MO’ BASTA: hanno scritto nel blog e nei cartelli che hanno portato in tanti (10mila … 20mila) manifestando per 4 ore sotto il sole, senza intermediazioni di dichiarazioni giornalistiche. Basta con gli slogan, gridavano tutti. Ammesse solo bandiere simbolo della loro città: nero-verdi. Un S.O.S. impresso con lettere cubitali bianche sul verde della collina di Roio. Per far sapere che L’Aquila è esasperata, presa in giro, condannata a morte, da chi pensa e spera che con una comunicazione accuratamente studiata, si possa continuare a sottomettere l’intelligenza delle persone.

I Fede, i Minzolini, i Vespa, i Belpietro, i benpensanti banalizzerebbero, dicendo che volevano solo dei soldi. Non un futuro. Per la loro terra e non solo per i giovani, ma anche per gli anziani. Erano numerosissimi alla manifestazione di Mercoledì 16/6, chiedendo di poter avere una speranza, per non cadere nella disperazione che li sta uccidendo. Dopo 14 mesi.

In eloquenti cartelli, hanno scritto di non voler sparare a nessuno, neppure le “cazzate” dette e fatte da primi ministri e sottosegretari inquisiti, a vario titolo. Rifiutando la vita scriteriata dell’assistito a vita. Disdegnando di continuare a sopravvivere per un decennio e forse più nelle cosiddette case antisismiche che, senza pubbliche attrezzature e nei luoghi mostrati nelle immagini, altro non offrono che una vita insensata. In un cartello retto da due giovani donne, stava scritto “Non si vive solo di C.A.S.E.”, in modo facondo alludendo a quelle progettate e costruite (con 804milioni di Euro) dall’ingegner Gian Michele Calvi e/o ai M.A.P. posati a cura del prof. Bernardo De Bernardinis (spendendo meno di 232milioni di Euro). Ripudiando anche quella sconsiderata alla quale verrebbe condannato a vivere chiunque s’arrangiasse per proprio conto ad edificare ogni tipo di manufatto abitativo, produttivo, commerciale, direzionale su ogni porzione di suolo ancora libero.

Senza regole e senza contributi. Poiché tutto deve essere in deroga. Giacché i soldi pubblici servono per realizzare altre opere faraoniche quanto inutili, come il “Ponte dello Stretto”. Senza un’idea di città, purtroppo anche per gli amministratori locali. Per non ricostruire i borghi di antica formazione, la periferia ed il centro storico de L’Aquila.

Allora, se dalle suonerie dei cellulari degli Aquilani scompare quella dove s’ode “VOGLIO UNA VITA COME STEVE MCQUEEN”, vorrei che alle orecchie di tanti “diversamente udenti” arrivasse, a tutto volume, l’audio di questo filmato. Ed a tanti “diversamente vedenti” il Volantino-Comunicato che qui appare, a cura del Comitato 3e32.

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